Diamo inizio oggi ad una nuova rubrica, dedicata a voi visitatori, che vi guidi attraverso quei dipinti della Quadreria di ASP Città di Bologna che raccontano una storia. Molte di queste storie sono tratte dalla Bibbia, dal Vangelo, o dalla Letteratura Classica, secondo il gusto dell’epoca; molte di queste narrazioni oggi si stanno perdendo e non ci sono più così familiari, per questo ci occuperemo di riscoprirle insieme a voi, per meglio apprezzare le opere esposte nel nostro percorso museale.
Cominciamo con un dipinto che attira immediatamente l’attenzione su di sé, non appena si varca la soglia della quinta sala, ovvero Betsabea al bagno di Giovanni Girolamo Bonesi (1653-1725), allievo di Giovanni Maria Viani che si avvicinò poi della maniera di Carlo Cignani. Il suo stile si contraddistingue per eleganza e cura nella rappresentazione: in questo caso, ad esempio, la figura centrale di Betsabea si distingue perché la luce si concentra su di lei, che è fisicamente più grande di tutte le ancelle che la circondano. La composizione ricorderebbe vagamente quella di una toeletta di Afrodite o di Artemide, se non fosse per la figura di re Davide (caratterizzato dall’iconografia tipica della corona e della cetra) sullo sfondo, che osserva.
La vicenda di Betsabea è raccontata nella Bibbia, soprattutto nel Secondo libro di Samuele e nel Primo libro dei Re. Era la moglie di Uria l’Ittita, uno dei soldati più valenti dell’esercito di Re Davide che la vide un giorno, per caso, mentre si stava facendo il bagno; rimasto colpito dalla bellezza di lei, volle farne la sua amante, nonostante sapesse che era sposata.
Betsabea rimase incinta, così, nel tentativo di nascondere l’infedeltà coniugale, Davide richiamò Uria in patria sperando che passasse la notte con sua moglie; tuttavia l’ittita si rifiutò di dormire in casa propria, in virtù di un’antica legge riguardante i soldati attivi in servizio. Così Davide si vide costretto ad escogitare un’altro stratagemma: fece in modo che nel successivo scontro in guerra Uria fosse messo in prima fila, in modo che rimanesse ucciso e, dopo la sua morte, Davide fu libero di sposare Betsabea. Tuttavia, quale punizione divina, il loro primo figlio, nato da un’unione illecita, morì pochi giorni dopo la nascita e Davide fu costretto al pentimento dal profeta Natan. Il secondo figlio, invece, successe al trono del padre proprio grazie all’intercessione di Betsabea, e divenne quel re Salomone celebre per la sua saggezza nel governo.
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