Cari amici della Quadreria di ASP Città di Bologna,
oggi ci spostiamo dall’Italia alla Francia, in compagnia della Santa Marta di Cesare Gennari (1637 – 1688). L’artista, con il fratello maggiore Benedetto, si formò nella bottega dello zio, Giovanni francesco Barbieri detto il Guercino, e come tutti i gli allievi esercitò il suo talento su copie da dipinti del maestro. Successivamente, i due fratelli Gennari iniziarono una loro attività autonoma, lavorando anche a due mani. Nonostante le conseguenti incertezze attributive, le due personalità artistiche oggi sono più distinte: Benedetto, più accademico, Cesare, più volto verso un sintetico naturalismo, aperto sia verso la tradizione reniana sia verso le sperimentazioni del barocco bolognese.
Sullo sfondo del quadro si nota un paesaggio, che ricorda la Provenza dove ha luogo la leggenda di Santa Marta, per la precisione a Tarascona o Tarascon-sur-Rhone. Si tratta di un comune francese situato all’estremità occidentale della regione, all’incrocio tra Avignone, Camargue e Luberon. Tarascona è ancora oggi associata alla tradizione secondo la quale Marta di Betania, proveniente dalla Giudea, sbarcò presso la cittadina, che allora era tormentata dalla Tarasque, un terribile mostro. La Santa riuscì a domare la bestia miracolosamente, aspergendola con l’acqua benedetta per trasformarla in una lucertola. Ancora oggi molti pellegrini visitano la chiesa collegiale reale di Santa Marta, il monumento principale della città, che contiene le reliquie e la tomba della santa, nella cripta costruita sulla posizione esatta della sua casa. La ricchezza artistica, architettonica e storica del luogo contribuisce a rendere la collegiata reale Sainte-Marthe una delle più belle chiese della Provenza.
Uno dei prodotti tipici di Tarascona sono le olive nere, che stanno alla base della ricetta della fougasse aux olives provenzale. Tra le forme di pane francesi è una delle più note e delle più antiche, in origine utilizzata dai fornai per assicurarsi che il forno a legna fosse a temperatura giusta o dagli apprendisti panettieri per allenarsi. Il termine deriva dall’occitano fogatza (dal latino focacium, ovvero “pane cotto sotto la cenere del focolare”, che viene a sua volta da focus, il fuoco).
Ingredienti
50 g di farina
2 cucchiai di olio d’oliva
1 ciotola di olive nere
1/2 bustina di lievito
1 cucchiaino di sale
150 ml di acqua
Preparazione
1. Preriscaldare il forno a 180 ° C.
2. Unire la farina, il lievito, il sale, le olive tagliate a pezzetti e l’olio d’oliva.
3. Aggiungi l’acqua un po ‘alla volta per formare una composto omogeneo.
4. Impastare per qualche minuto.
5. Foderare una teglia con carta da forno e stendere l’impasto in modo da formare un ovale abbastanza sottile ma non troppo.
5. Operare dei tagli sulla pasta ed allargarli un po’, per dare la tipica forma a spiga di grano.
6. Prima di cuocere la fougasse, spennellarla con olio d’oliva per farla dorare.
7. Cuocere per 25 minuti e servire tiepida.
Avete mai visitato la Provenza ed assaggiato la fougasse? Se volete avere un’anteprima di questa bella regione, osservatela attraverso l’opera di Cesare Gennari nella settima sala della Quadreria!
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